Tomb Raider | Lara Croft Global | Forum

Giorno della Memoria

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 27/1/2013, 12:02
Avatar

La mia felicità sei tu.

Group:
Supermoderator
Posts:
58,970
Location:
La fantasia / le avventure di Lara Croft

Status:
| Ghost |


Oggi ricorre la giornata della memoria per ricordare i tanti ebrei (e non solo) che furono deportati e morirono nei campi di sterminio, mi avvarrò di informazioni da wikipedia, leggilo.net e altri siti.

Giorno della Memoria



Il Giorno della Memoria è una ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno come giornata in commemorazione delle vittime del nazismo, dell'Olocausto e in onore di coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati.

Storia

La scelta della data ricorda il 27 gennaio 1945, quando le truppe sovietiche dell'Armata Rossa, nel corso dell'offensiva in direzione di Berlino, arrivarono presso la città polacca di Oświęcim (in tedesco Auschwitz), scoprendo il tristemente famoso campo di concentramento e liberandone i pochi superstiti. La scoperta di Auschwitz e le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono compiutamente per la prima volta al mondo l'orrore del genocidio nazista.
In realtà i sovietici erano già arrivati precedentemente a liberare dei campi come quello di Chełmno e quello di Bełżec ma questi, essendo di sterminio e non di concentramento, erano vere e proprie fabbriche di morte dove deportati venivano immediatamente gasati, salvando solo pochi sonderkommando, che in italiano significa unità speciale.
Tuttavia, l'apertura dei cancelli ad Auschwitz, dove circa 10-15 giorni prima i nazisti si erano rovinosamente ritirati portando con sé, in una marcia della morte, tutti i prigionieri sani, molti dei quali morirono durante la marcia stessa, mostrò al mondo non solo molti testimoni della tragedia ma anche gli strumenti di tortura e di annientamento utilizzati dai nazisti nel lager.
Il 27 gennaio il ricordo della Shoah, cioè lo sterminio del popolo ebreo, è celebrato dagli stati membri dell'ONU, in seguito alla risoluzione 60/7 del 1º novembre 2005.
In Italia gli articoli 1 e 2 della legge n. 211 del 20 luglio 2000 definiscono così le finalità e le celebrazioni del Giorno della Memoria:
« La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonchè coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.
In occasione del "Giorno della Memoria" di cui all'articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell'Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinchè simili eventi non possano mai più accadere.»
Nonostante questi stermini ci furono molte persone, ben 24.356, che aiutarono gli ebrei a sfuggire dalla morte che in seguito furono ufficialmente insignite dell'alta onorificenza dei Giusti tra le nazioni per il loro impegno a favore degli ebrei perseguitati durante l'Olocausto.

Fonte Wikipedia

Tra le persone insignite dell'alta onorificenza dei Giusti tra le nazioni vi sono Oscar Schindler (è famoso il film di Spielberg, info sul film QUI, biografia di Schindler invece QUI ) il "nostro" Perlasca che salvò 5.000 ebrei fingendosi console spagnolo (la storia di Perlasca si può leggere QUI) di seguito vi riporterò un intervista al figlio Franco.

Giornata della memoria, parla Franco Perlasca

La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati». E’ così che l’articolo 1 della Legge 20 luglio 2000, n 211 definisce l’istituzione di una ricorrenza tanto sentita quanto importante perché porta a riflettere su una pagina di Storia drammatica ma altrettanto piena di storie personali emozionanti che fanno riflettere e sperare. Tra queste quella di Giorgio Perlasca che vi presentiamo attraverso un’intervista che suo figlio, Franco Perlasca, ci ha concesso qualche giorno fa.

Perché oggi è così importante conoscere la storia di Giorgio Perlasca?

Credo che ricordare dal punto di vista storico quello che è successo in quel periodo, così come ricordare la storia di uomini che, durante quegli anni, seppero opporsi mettendo a rischio la propria vita, è fondamentale per le nuove generazioni affinché conoscendo quello che è successo evitino gli errori o sappiano culturalmente opporsi se violenze del genere dovessero ripetersi.

La storia di Giorgio Perlasca può essere da esempio, può rappresentare la storia di tanti giusti perché è la storia di un uomo qualunque che si è inventato un ruolo non suo, quello di diplomatico spagnolo, lui che non era né diplomatico né spagnolo. Era un “signor nessuno”, prova provata che chiunque può fare qualcosa. Certo, con maggior o minor fortuna, può riuscirci di più o di meno ma proprio come diceva Hanna Arendt: “chiunque può sempre di un si o un no”.

Grazie alle iniziative che porta avanti è sempre in contatto con i giovani, trova che siano interessati a conoscere la storia della Shoah in generale e quella di suo padre in particolare?

Si, certamente. Tutto dipende da come sono preparati. Se c’è chi li sensibilizza a queste vicende è chiaro che c’è attenzione, gli inviti e i ricordi retorici certamente servono a poco.

Qual è la domanda che si sente porre più frequentemente?

I quesiti sono tanti e variano a seconda dell’età dei ragazzi che incontro. Di solito quando si tratta di ragazzi che frequentano le scuole medie la domanda che sento spesso è: “tu che cosa avresti fatto al suo posto?”, mentre alle superiori mi rivolgono domande più tecniche riguardanti le vicende storiche.

Tanti anni di silenzio da parte di Giorgio Perlasca, anni in cui non ha raccontato a nessuno la sua impresa, fino al giorno in cui…

Quando raccontava qualche episodio della sua permanenza in Ungheria lo faceva sempre utilizzando la terza persona ma soprattutto non raccontava mai di storie che potevano farci pensare quello che oggi sappiamo… fino al momento in cui, nel 1987, arrivano delle donne ebree a cercarlo. In quell’occasione scoprimmo chi era Giorgio Perlasca e soprattutto che cosa aveva fatto.

Giorgio Perlasca è stato un eroe. Come lo definisce come uomo e come padre?

Era del 1910, di una generazione difficilmente comparabile ai padri di oggi. Forse un padre autorevole. Io lo definisco un giusto, non un eroe. Mi piace ricordarlo attraverso un racconto della tradizione ebraica secondo cui al mondo esistono sempre 36 giusti, nessuno sa chi sono e nemmeno loro sanno di esserlo, ma quando il male sembra prevalere escono allo scoperto e si prendono i destini del mondo sulle loro spalle, questo è il motivo per cui Dio non distrugge il mondo. Finito questo periodo tornano alla vita di tutti i giorni dimenticando ciò che hanno fatto, semplicemente perché pensano di aver fatto il proprio dovere. Qui sta la differenza tra giusto ed eroe.

Un messaggio da lasciare ai nostri lettori per la Giornata della Memoria 2013….

Voglio ricordare una frase detta da mio padre nel 1990. Il giornalista Minoli, tra l’altro suo amico, gli chiese: “Perché vorrebbe che questa storia venisse ricordata?” La risposta non era così semplice perché c’era la possibilità di cadere nella pura retorica. Così mio padre disse: “Vorrei che questa storia venisse ricordata specialmente dai giovani, affinché sapendo ciò che è successo sappiano anche opporsi a violenze del genere se mai dovessero ripetersi”.

Conoscendo la storia dei giusti, infatti, possiamo creare al nostro interno una serie di anticorpi, di rifiuto dell’odio, della violenza, dell’intolleranza, dell’indifferenza, certamente prima individuali ma che poi possono e debbono diventare momenti collettivi di rifiuto dell’odio, della violenza, dell’intolleranza e dell’indifferenza.

Fonte catanzaroinforma.it

Vorrei anche ricordare la storia di Irena Sendler che salvo 2.500 bambini dal Ghetto di Varsavia.

Irena Sendler: salvò 2500 bambini dal ghetto di Varsavia

Irena_Sendler

Irena Sendler nacque nel 1910 a Varsavia. E’ stata un’infermiera e anche un’assistente sociale polacca, collaborò con la Resistenza nella Seconda guerra mondiale.

Suo scopo era salvare i bambini ebrei del Ghetto. Probabilmente questa sua indole compassionevole è stata ereditata dal padre medico che morì di tifo dopo aver contratto la malattia curando ammalati, per lo più ebrei, che altri colleghi si erano invece rifiutati di curare.

Come dipendente dei servizi sociali, la donna riuscì ad ottenere un permesso speciale per entrare nel Ghetto alla ricerca di eventuali sintomi di tifo: durante questi controlli portò via molti bambini piccoli nascondendoli nelle ambulanze o in altri veicoli.

Riuscì addirittura a farsi spacciare per un tecnico di condutture idrauliche e fognature: in questo modo entrava nel ghetto con un furgone e mise molti neonati nel fondo di una cassetta per attrezzi oppure bambini più grandi in un sacco di juta. Per coprire l’inevitabile pianto dei bambini teneva nel retro del camion anche un cane che abbaiava quando i soldati nazisti si avvicinavano.

Salvi da una morte certa, questi bambini venivano poi affidati a famiglie cristiane oppure a conventi e la Sendler riusciva a fornire loro documenti falsi.

Ma Irena andò ben oltre: annotò i nomi dei bambini salvati e mise questi elenchi dentro bottiglie e vasetti di marmellata che sotterrò vicino ad un albero del suo giardino. La speranza era quella di poter un giorno riconsegnare i bambini ai loro genitori.

Nel 1943 venne arrestata dalla Gestapo e torturata pesantemente: le furono spezzate gambe e braccia e rimase inferma a vita.

Morì il 12 maggio 2008.

Fonte eticamente.net, articolo segnalato da Leggilo.net. Altre informazioni sul sito wikipedia

Questi sono alcuni "esempi" di persone che salvarono tanti ebrei, tante storie non si sono purtroppo mai sapute. Sempre sul sito Wikipedia, QUI è possibile visionare le biografie di coloro che sono stati riconosciuti Giusti tra le nazioni per aver salvato, a rischio della propria vita, la vita anche ad un solo ebreo durante la Shoah. Nell'elenco sono comprese anche città e organizzazioni che hanno ricevuto tale nomina.

Vorrei ancora riportarvi un'articolo de lastampa.it, con alcune domande e risposte interessanti su questa giornata.

La Shoah, il giorno della memoria

ELENA LOEWENTHAL

Perché oggi si celebra il Giorno della Memoria?
Istituito tredici anni fa, il Giorno della Memoria si celebra il 27 gennaio perché in questa data le Forze Alleate liberarono Auschwitz dai tedeschi. Al di là di quel cancello, oltre la scritta «Arbeit macht frei» (Il lavoro rende liberi), apparve l’inferno. E il mondo vide allora per la prima volta da vicino quel che era successo, conobbe lo sterminio in tutta la sua realtà. Il Giorno della Memoria non è una mobilitazione collettiva per una solidarietà ormai inutile. È piuttosto, un atto di riconoscimento di questa storia: come se tutti, quest’oggi, ci affacciassimo dei cancelli di Auschwitz, a riconoscervi il male che è stato.

Che cosa è, che cosa rappresenta Auschwitz?
Auschwitz è il nome tedesco di Oswiecin, una cittadina situata nel sud della Polonia. Qui, a partire dalla metà del 1940, funzionò il più grande campo di sterminio di quella sofisticata «macchina» tedesca denominata «soluzione finale del problema ebraico». Auschwitz era una vera e propria metropoli della morte, composta da diversi campi - come Birkenau e Monowitz - ed estesa per chilometri. C’erano camere a gas e forni crematori, ma anche baracche dove i prigionieri lavoravano e soffrivano prima di venire avviati alla morte. Gli ebrei arrivavano in treni merci e, fatti scendere sulla cosiddetta «Judenrampe» (la rampa dei giudei) subivano una immediata selezione, che li portava quasi tutti direttamente alle «docce» (così i nazisti chiamavano le camere a gas). Solo ad Auschwitz sono stati uccisi quasi un milione e mezzo di ebrei.

Con il termine Shoah che cosa si definisce?
Shoah è una parola ebraica che significa «catastrofe», e ha sostituito il termine «olocausto» usato in precedenza per definire lo sterminio nazista, perché con il suo richiamo al sacrificio biblico, esso dava implicitamente un senso a questo evento e alla morte, invece insensata e incomprensibile, di sei milioni di persone. La Shoah è il frutto di un progetto d’eliminazione di massa che non ha precedenti, né paralleli: nel gennaio del 1942 la conferenza di Wansee approva il piano di «soluzione finale» del cosiddetto problema ebraico, che prevede l’estinzione di questo popolo dalla faccia della terra. Lo sterminio degli ebrei non ha una motivazione territoriale, non è determinato da ragioni espansionistiche o da una per quanto deviata strategia politica. È deciso sulla base del fatto che il popolo ebraico non merita di vivere. È una forma di razzismo radicale che vuole rendere il mondo «Judenfrei» («ripulito» dagli ebrei).

Quali sono gli antecedenti?
L’odio antisemita è un motivo conduttore del nazismo. La Germania vara nel 1935 a Norimberga una legislazione antiebraica che sancisce l’emarginazione. Tre anni dopo l’Italia approva anch’essa un complesso e aberrante sistema di «difesa della razza», rinchiudendo gli ebrei entro un rigido sistema di esclusione e separazione dal resto del paese. Ma questa terribile storia ha dei millenari precedenti. Prima dell’Emancipazione, ottenuta in Europa nella seconda metà dell’Ottocento, gli ebrei erano vissuti per millenni come una minoranza appena tollerata, non di rado perseguitata e cacciata, e sempre relegata entro i ghetti. Tanto nel mondo cristiano quanto sotto l’Islam. Visti con diffidenza e odio per la loro fede tenace (e, dal punto di vista della maggioranza, sbagliata), hanno sempre rappresentato il «diverso», la presenza estranea. Anche se da millenni vivono qui e si sentono europei.

Perché la Shoah è un evento unico?
Dopo la Shoah è stato coniato il termine «genocidio». Purtroppo il mondo ne ha conosciuti tanti, e ancora troppi sono in corso sulla faccia della terra. Riconoscere delle differenze non significa stabilire delle gerarchie nel dolore: come dice un adagio ebraico «Chi uccide una vita, uccide il mondo intero». Ma mai, nella storia, s’è visto progettare a tavolino, con totale freddezza e determinazione, lo sterminio di un popolo. Studiando le possibili forme di eliminazione, le formule dei gas più letali ed «efficaci», allestendo i ghetti nelle città occupate, costruendo i campi, studiando una complessa logistica nei trasporti, e tanto altro. La soluzione finale non è stata solo un atto di inaudita violenza, ma soprattutto un progetto collettivo, un sistema di morte.

Perché ricordare e commemorare?
Il Giorno della Memoria non vuole misconoscere gli altri genocidi di cui l’umanità è stata capace, né sostenere un’assai poco ambita «superiorità» del dolore ebraico. Non è infatti, un omaggio alle vittime, ma una presa di coscienza collettiva del fatto che l’uomo è stato capace di questo. Non è la pietà per i morti ad animarlo, ma la consapevolezza di quel che è accaduto. Che non deve più accadere, ma che in un passato ancora molto vicino a noi, nella civile e illuminata Europa, milioni di persone hanno permesso che accadesse.

jpg

fonte


C'è Auschwitz, dunque non può esserci Dio. Non trovo una soluzione al dilemma. La cerco, ma non la trovo.

Primo Levi

 
Web Contacts  Top
view post Posted on 27/1/2014, 00:14
Avatar

La mia felicità sei tu.

Group:
Supermoderator
Posts:
58,970
Location:
La fantasia / le avventure di Lara Croft

Status:
| Ghost |


p96o



E suoneranno le campanelle a scuola per il minuto di silenzio , in memoria di quelle scarpette abbandonate, di quelle risate schiacciate. Come spiegare ad un bambino le atrocità di ciò che il mondo ha visto coi propri occhi, di ciò che ha sospirato per troppo tempo? Come spiegare ad un bimbo che spesso uomini decidono per altri uomini? Come farlo senza ferirlo o spaventarlo? Parlando di farfalle, farfalle che volino oltre i cancelli di qualsiasi prigione, farfalle che tocchino il cielo, che vi giungano come una carezza verso quei bimbi di Auschwitz , verso tutti i bimbi che non hanno parola, affinchè possano essere loro, oggi, la loro voce. In ricordo di quelle scarpette rosse che ci han tolto il fiato. ©Antonella Coletta I passi del cuore ˚♥ ✰˚ I passi del cuore 2

 
Web Contacts  Top
view post Posted on 27/1/2015, 00:54
Avatar

La mia felicità sei tu.

Group:
Supermoderator
Posts:
58,970
Location:
La fantasia / le avventure di Lara Croft

Status:
| Ghost |


csdWC8Q



Ho chiuso gli occhi
nel campo di sterminio di Auschwitz
e ti ho vista, piccola stella,
che con la tua bambolina,
stretta tra le braccia,
scendevi i pochi gradini
che ti portavano alle docce.
Ti ho vista piegare con cura
il vestitino della festa.
Ti ho vista scomparire
dietro la pesante porta.
Ti ho vista addormentarti.
Ti ho vista volare su una nuvola di fumo.
Il cielo di Auschwitz non potrà mai più
colorarsi di azzurro.


27 gennaio 1945
Per non dimenticare...

 
Web Contacts  Top
2 replies since 27/1/2013, 12:02   160 views
  Share