Pets - Vita da animali

Scorribande, rivolte e amicizie, in “Pets” la vita segreta dei nostri animali

Arriva in Italia il film d’animazione campione di incassi



Gli animali, soprattutto quelli domestici, sono come noi. Affetti da problemi psicologici, divisi in classi sociali, bisognosi di affetti sicuri, ma anche di innocenti evasioni. Quando chiudiamo la porta di casa dopo aver dato una carezza al nostro amico a quattro zampe, certi di ritrovarlo più o meno lì dove l’avevamo lasciato, riveliamo una dose abbondante di superficialità. Non ci rendiamo conto che, in nostra assenza, possono scatenarsi turbe, lamentele, rivolte.

Il nuovo gioiello della Illumination Entertainment, creata dal geniale Chris Meledandri, 57 anni, chiare origini italiane, parte da questo assunto per poi diventare un road-movie spruzzato di thriller, pieno di citazioni cinefile e strizzatine d’occhio zoofile.

Al centro di Pets - Vita da animali, regia di Chris Renaud e Yarrow Cheney (dal 6 nelle sale con Universal) il duetto, prima litigioso e poi solidale, formato dai cani Max (la voce italiana è di Alessandro Cattelan) e Duke (Lillo Petrolo). Il loro forzato incontro si deve alla leggerezza della padroncina Katie, che un giorno rientra annunciando a Max l’arrivo di un nuovo amico, l’ingombrante e pelosissimo Duke: «La storia - osserva Cattelan - è una metafora in cui tanti bambini potranno riconoscersi, quella del figlio unico che non riesce a digerire l’arrivo di un fratellino».

Un problema che spingerà la coppia fuori dalle pareti confortevoli dell’abitazione dove convive, nelle strade pericolose di New York, in mezzo a razze animali aggressive e soprattutto faccia a faccia con un coniglio bianco psicopatico (la voce è di Francesco Mandelli), leader della banda degli «sciacquonati», bestie abbandonate dai padroni, abituate da tempo a misurarsi con la durezza dell’esistenza.

Finora Pets ha incassato nel mondo circa 800 milioni di dollari, e il dato non stupisce visto che film con lo stesso marchio di fabbrica (Cattivissimo Me, Minions) hanno complessivamente totalizzato cifre record come 6 miliardi di dollari, facendo balzare la Illumination Entertainment in cima alla classifica delle aziende del settore. Alla Mostra di Venezia, omaggiato con lo speciale tributo della Biennale, il fondatore Chris Meledandri ha raccontato la sua storia: «I miei genitori, quando noi figli eravamo piccoli, non ci facevano vedere cartoni animati, né in tv né al cinema. Però ci portavano a vedere i film di De Sica e di Antonioni. L’animazione l’ho scoperta molto tempo dopo, all’inizio degli Anni 90, con il maestro giapponese Miyazaki e con la Disney in fase di rilancio». Il successo della Illumination deriva dalla creazione di «un laboratorio dove vengono accolti talenti di tutte le provenienze e dove la regola numero uno è rischiare».

Pets, che in fondo ricalca lo schema narrativo di Toy Story (lì la domanda era cosa fanno i giocattoli quando i bambini non ci giocano, qui è la stessa, solo che riguarda gli animali), è un ulteriore esempio della zoo-mania che ha contagiato i creatori di cartoni.

Sempre al Lido, Meledandri ha presentato in anteprima 20 minuti di Sing, il musical pronto per debuttare alla fine dell’anno. L’opera, diretta da Garth Jennings, è ambientata nel mondo dello spettacolo dove il koala Buster Moon (con la voce di Matthew McConaughey) è un produttore fallito deciso a rilanciare il suo teatro con un concorso di canto. Tra i talenti in lizza la scrofa Rosita, il topo che sembra Sinatra, il porcospino punk Ash, la timida elefantessa Meena e una lumaca che intona il classico Ride Like the Wind. Per il pubblico degli esseri umani, le storie di animali sono l’occasione migliore per guardarsi allo specchio.

Fonte lastampa.it