Una notizia che per gli amanti di Lara non sarà piacevole, proprio noi che abbiamo un legame speciale con La Muraglia Cinese grazie al secondo capitolo di Tomb Raider!
Cina: La Grande Muraglia perde i pezzi. Quasi un terzo saccheggiatoSecondo le autorità cinesi la colpa non è di piogge e vegetazione, ma dei furti: i mattoni vengono usati per le costruzioni o rivenduti come souvenirÈ il simbolo della Cina, ma cade a pezzi. «Wanli Changcheng yongbu dao», «la Grande Muraglia non potrà mai cadere», recita un antico proverbio che allude allo spirito indomabile del popolo cinese unito. Eppure ogni anno la situazione della Grande Muraglia, patrimonio Unesco dal 1987, peggiora. E così l’amministrazione statale cinese ha annunciato ispezioni periodiche e controlli a campione lungo le circa 13mila miglia - 21mila chilometri - di parete per assicurarsi che le amministrazioni locali applichino le misure di prevenzione introdotte un decennio fa. I primi indiziati per la scomparsa di un terzo della Grande Muraglia sono le difficili condizioni meteo, ma secondo l’amministrazione la colpa è delle ruberie di mattoni usati dalle popolazioni come materiale da costruzione oppure rivenduti come souvenir.
Secondo la stessa amministrazione statale per il patrimonio culturale cinese (Sach), solo il dieci per cento è ben conservato. La storia della muraglia, le cui parti più antiche vengono datate al III secolo a.C., si fa risalire al primo regno cinese quando Qin Shi Huangdi, il primo augusto imperatore per l’appunto, avendo conquistato e unificato sotto il suo domino diversi regni fece accorpare più spezzoni di mura in un’unica struttura che avrebbe difeso il nuovo Stato dalle popolazioni nomadi che lo insidiavano. Nei secoli la struttura muraria fu più volte ampliata e ricostruita. Non sempre ha tenuto lontano i «barbari», ma li ha fatti entrare nell’Impero di mezzo in maniera controllata. Alcuni temuti nomadi hanno perfino preso il potere e creato nuove dinastie. Varcare la Grande Muraglia significava essere consapevoli della grandezza della civiltà cinese, saper trattare con i mandarini e, soprattutto, adeguarsi e far proprie la loro lingua e le loro regole.
La Grande Muraglia che visitiamo oggi si snoda attraverso 15 regioni, dal deserto del Gobi alla Mongolia fino al Mar Giallo, ed è in buona parte databile alla dinastia Ming che ha governato la Cina tra il 1368 e il 1644. Il suo susseguirsi di torri di avvistamento è uno dei tratti più caratteristici dell’arido paesaggio della Cina settentrionale. Ma «quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini» denuncerebbe il Pasquino. I suoi mattoni sono stati saccheggiati da possidenti e contadini, le erosioni dovute agli agenti atmosferici e al dissesto causato dalla vegetazione spontanea hanno fatto il resto. Il Beijing Daily riporta allarmato la sparizione di ben duemila chilometri di questa opera di ingegno unica al mondo.
C’è da aggiungere che, dagli Anni Cinquanta in poi, diversi tratti di muro originale sono stati ricostruiti a beneficio del turismo di massa. Su alcuni dei muri si possono ancora leggere a lettere cubitali frasi come «lunga vita al presidente Mao» mentre nei luoghi più vicini alla capitale, e per questo preferiti dai turisti, sono stati aggiunti scivoli e seggiovie che in nessun modo tentano di preservare la struttura originaria. «Budao Changcheng fei haohan», chi non è mai stato sulla Grande Muraglia non è un vero uomo, scriveva il Grande Timoniere. Non poteva di certo immaginare che un giorno avrebbe rischiato di scomparire.
Fonte
Lastampa.it e varie